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L’asparago

Continua qui l’avventura che mi piace a fare con te al mercato, con “la spera” cercherò, infatti, di racchiudere gli ingredienti che mi incuriosiscono, amo o ho semplicemente voglia di approfondire e condividere. Ho scelto di iniziare a riempire il mio cestino della spesa parlando dell’asparago!! Sì, proprio lui, quell’improbabile pianta simile ad una bacchetta con il suo ciuffo a scaglie che sin da piccola mi ha stregato il cuore. Addirittura?! Ebbene sì, ogni volta che li compro ho in mente la pirofila di mia mamma piena di steli, e accanto le uova, preferibilmente strapazzate, anche loro adorate! Anche se poi deciderò di cucinarli diversamente, per me l’asparago è lui, uova e mani per mangiarlo!!

Crescendo è aumentata anche la mia curiosità e così ho provato a sperimentarlo in mille modi diversi e devo dire non delude mai.

Ma partiamo con ordine, è uno dei primi articoli della primavera è già mi perdo nelle mie confessioni amorose. Non vorrei distrarmi.

Se passeggiate tra i banchi del mercato, in primavera, ti sarà capitato di vedere asparagi di diversi colori, prevalentemente tre, verde, bianco e violetto. La differenza sostanziale la fa il metodo di coltivazione. L’asparago è infatti il primo stelo (torrione) di una pianta più complessa, indovina un po’?! L’asparago, infatti. A seconda di quanto il torrione, venga o meno esposto alla luce del sole, il suo colore sarà più o meno intenso, non sto qui a parlarti della clorofilla e delle sue magie, ma è proprio grazie a lei che tutto cambia 🙂

Quindi avremo l’asparago verde, il più diffuso, dal sapore dolciastro, quello che io preferisco perché più saporito e completo di nutrienti. L’asparago bianco, coltivato in assenza di luce, e dal sapore molto delicato; e quello violetto, che ha visto la luce solo per la punta, dal sapore più amaro, tipico della zona di Albenga.

Per scegliere un buon prodotto occorre fare caso ad alcuni semplici aspetti, il ciuffo all’estremità deve essere ben compatto, niente scaglie in disordine, per favore! Il diametro dello stelo non deve essere troppo grande e deve essere umido ed elastico. Se segui questi piccoli accorgimenti sei sicuro di avere per la mani un prodotto fresco.

Una volta fatta la tua scelta, la mia direi che è prevedibile, ti do due dritte su come cucinarlo senza rovinare le sue meravigliose proprietà di cui non ti ho ancora parlato ma porta pazienza. Innanzitutto essendo un prodotto che arriva direttamente dal terreno lavalo accuratamente, anche tenendolo immerso qualche minuto in acqua a bicarbonato. Per essere sicuri di avere un prodotto tenero è meglio pelare lo stelo da qualche centimetro in giù dal ciuffo e rompere con le mani la parte di questo più rigida. Vista la diversa sezione del torrione rispetto alla punta, sarebbe bene, per bollirli, legarli a mazzo e lasciare la parte del torrione immersa in acqua e le punte fuori, di modo che sia il vapore a cuocerle. Altrimenti, ancora meglio, la cottura direttamente al vapore. Ci vuole molto poco, 5 minuti e se lo stelo si fa pizzicare dalla forchetta sono pronti. Appena cotti immergerli qualche secondo in acqua fredda, se con qualche cubetto di ghiaccio ancora meglio, il colore rimarrà verde acceso e l’aspetto bello turgido.

Io comunque consiglio di provarli anche crudi, tagliati fini, mi raccomando in questo caso eliminate bene la parte coriacea dello stelo.

Per non avere sprechi si possono ulteriormente usare le parti che sono state tagliate. Basta privarle dell’ultimo pezzetto in basso, che potrebbe essere un po’ secco, e farle cuocere a lungo. Una volta cotte si frullano ed ecco che hai una crema, base per quello che desideri.

Ed eccomi qui ad enumerare le meravigliose proprietà dell’asparago. La principale è la sua funzione drenante e diuretica ed inoltre grazie alla rutina aiuta a rinforzare i capillari. Quindi, essendo povero di sodio, è un ottimo prodotto per combattere la ritenzione idrica. Inoltre è ricco di acido folico e sali minerali, quali magnesio, potassio, fosforo, e vitamine A C e B9, nutrienti molto noti alle donne in gravidanza, perciò asparagi a “go go”, sei conosci future mamme! Ti ho convinto?! Ah, se ti chiedi come mai dopo aver mangiato asparagi la pipì ha un odore diverso, niente paura! É l’aminoacido dell’asparagina che metallizzato viene trasformato in solfati (zolfo).

Un mio grande desiderio è quello di andare per campi e raccogliere l’ultima qualità di asparago di cui ti racconto, quello selvatico. Della stessa famiglia dei precedenti ma più sottile e scarmigliato. Se lo trovi sulla tua strada abbi cura nel raccolto, io ti consiglio due metodi per evitare di danneggiare la pianta. Il primo è di recidere il fusto a circa 20 centimetri dalla punta in modo che possa fare nuovi getti, il secondo, probabilmente il più corretto ma delicato, è quello di estirpare la pianta fino a 5-15 cm di parte bianca sotto il terreno. In questo modo ricresceranno altri asparagi al suo posto.

Insomma, questo è l’asparago, visto da me. Di seguito ti do alcuni spunti su come cucinarlo. Ci rincontreremo a breve se ti è piaciuto curiosare insieme a me nella mia borsa della spesa.

A presto. F.

 

Vuoi qualche spunto per cucinarli?

Quiche di asparagi e caprino

Sandwich asparagi e paté di olive