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Cucinare per i bambini

Cosa vi manca quando è l’ora di cucinare la sera? Perché lo so, che sia la voglia o il tempo o il sale, qualcosa manca sempre. Almeno per me è così. Se fossimo da soli sarebbe facile improvvisare anche all’ultimo momento, ma con i bambini in casa è un po’ più complicato, pensarci per tempo e arrivare preparati all’orario critico può essere molto d’aiuto. Come fate voi a cavartela? 

Una grande semplificazione arriva quando si smettono di fare distinzioni tra il cibo dei grandi e quello dei piccoli, a meno che non siano piccolissimi. In casa si mangia quello che c’è. Vi state immaginando un convento?!  Nel caso vi invito a guardare la puntata della serie Netflix “Chef’s Table” che racconta la cucina di Jeong Kwan , non so voi ma io in quel monastero andrei a mangiare all’istante e non solo.

In realtà mangiare tutti la stessa cosa, al di là del benessere del sistema nervoso, ha molti vantaggi. Diventa più fluido e semplice conoscere e provare cibi nuovi quando sono gli stessi per tutti. Siamo spinti a mangiare meglio, facendo attenzione a cosa abbiamo nel piatto, senza guardare cosa ha l’altro che inevitabilmente diventa fonte di desiderio e distrazione. La condivisione dello stesso alimento per me è un rito di unione, sedersi, condividere il pasto, spesso portato in tavola e li suddiviso e personalizzato, crea una ritualità dei gesti preziosa per una famiglia.

I bambini hanno esigenze nutritive diverse da noi adulti, sono in piena crescita, quando poi ci sono di mezzo degli adolescenti, hai tutta la mia comprensione, ci si trova davanti ad una  voracità senza eguali, sono necessità da tenere presente. Possono venirvi in aiuto alcuni escamotage, ogni ricetta del blog cerca di aiutarvi in questo senso, per rendere il piatto appetibile sia ai bimbi, che a noi, così da non sentire troppe proteste da una parte o dall’altra. 

In casa nostra funziona mettere come prima cosa in tavola della verdura cruda, per tappare i buchi della fame, magari accompagnata da qualche salsa, tipo hummus  o tzatziki, che cerco di avere pronta nel frigo. I piatti cucinati non sono quasi mai troppo elaborati li scompongo per quanto possibile. Se ad esempio ho fatto una minestra di verdure e legumi, in tavola potresti trovare un coppino con dei ceci croccanti, del riso cotto a parte, magari integrale, tanto nel minestrone che differenza fa?! Oppure dei crostini di pane scuro, una formaggetta fresca, delle verdure al forno, le stesse del minestrone, che ho cotto insieme ai ceci. In questo modo ognuno può comporre il piatto che più gli piace e di qui o di là io sono abbastanza tranquilla che, oltre a godere di quello che si mangia, ci si nutra anche come si deve. Questo funziona per noi, potrebbe non essere lo stesso in casa vostra, ma provare a pensare al momento dei pasti come a qualcosa che coinvolge la famiglia anche nella preparazione è un bellissimo apripista per interagire tra le persone e con il cibo.

Ha senso parlare di alimenti adatti o non adatti ai bambini? Saper cosa il cibo può dare in termini di nutrimento è importante, senza diventare un ossessione da bilancino e quantità misurate ma il concetto  di “alimento nutriente” è spesso frainteso come qualcosa che faccia mettere su pancia, contrapposto a quello di “alimento dietetico”. Ti faccio una domanda, la pasta integrale per te com’è, nutriente o dietetica? Ti sorprende sapere che non fa affatto dimagrire? Ha le stesse calorie di una normale pasta di grano raffinato, quello che cambia è proprio che è molto più nutriente; ha in sé tutte le parti del grano, germe, endoderma e crusca, e pertanto ne occorre meno, quindi meno calorie, per saziarti, ma in compenso è ricca di sali minerali e fibre (ragione per cui si sconsiglia di darla ai bimbi piccolissimi), fondamentali per una crescita equilibrata.

I bambini hanno bisogno di cibo di valore, inteso come ricarica di energie, sarebbe meglio guardare alla qualità di quello che gli proponiamo, alla diversità di ciò che gli proponiamo da mangiare. Da dove arriva un alimento, come viene coltivato e che strada fa per arrivare da noi, sono tutti argomenti validi da scoprire e condividere. Lasciamo stare Braccio di ferro quando parliamo di spinaci, ma inventiamoci storie curiose sui prodotti che assaporiamo. Condividere tutti lo stesso cibo sarà molto più facile che questo sia accettato anche dai più scettici. Altrimenti proporre a loro qualcosa che riteniamo più adeguato e fare noi diversamente non è una strategia che può funzionare a lungo termine. Il cibo dei grandi sarà sempre più appetibile, uniformasi alle figure di riferimento per un certo periodo è quello che i bambini cercano, usiamo questa cosa a nostro vantaggio e abituiamoci tutti a mangiare meglio.

Un alimento può essere più appropriato se dato a colazione, piuttosto che a cena, nel primo caso sarà utile ad affrontare con energia tutta la mattina, sia che si stia seduti ad un banco, o in continuo movimento all’aperto, nel secondo invece sarebbe meglio se scegliere qualcosa che accompagni al sonno, piuttosto che riaccendere l’organismo come un petardo. Approfondirò i temi delle diverse fasi della giornata associate al cibo in articoli specifici, non pretendo che tu sia un esperto di nutrizione, ma se penso a come organizzare i pasti questo è un aspetto a cui, con il tempo, possa esserti utile prestare attenzione.

Non ci sarà una soluzione che vi permetterà di far mangiare ai bambini sempre tutto quello che gli verrà proposto. Fino al giorno prima erano dei mangiatori forsennati di cavoletti di Bruxelles e il giorno dopo vogliono solo pasta in bianco. Sono fasi in cui si passa tutti, spesso passano in poco tempo ma potrebbero creare qualche intoppo alla tua preparazione dei pasti. Non sono qui per dirvi di non preoccuparvi -non fatelo, ma se proprio non riuscite consultate il pediatra- vi lascio solo alcuni spunti che potrebbero aiutarvi a percorre indenni questi momenti, se non si possono evitare l’ideale sarebbe viverli senza stress. Quando ci sono difficoltà provate a coinvolgere il bimbo a monte, fate la spesa di frutta e verdure insieme, fategli scegliere quello che lo ispira, anche se è un ingrediente che non avete mai visto/cucinato, è un’occasione per scoprire qualcosa di nuovo, insieme. Provate a coltivare qualcosa, anche una piantina di basilico può essere un volano per parlare di come nesce e cresce quel cavolo che proprio gli fa orrore. Coinvolgetelo in cucina, “Hai voglia di aiutarmi a pulire le carote”,  anche se sapete che le odia, e nel mentre gli raccontate la storia del Bianconiglio che sgranocchiando carote è riuscito a vedere attraverso il buio della grotta. Proponete le verdure incriminate in tanti modi diversi, anche, ma non solo, nascoste. La repulsione ha tante ragioni, vista, odore, colore, sapore. Non lasciatevi sconfortare da queste difficoltà, giocate, sorridete e vedrete che passa. L’importante è non assecondare e prevenire. Non esistono alimenti da bambini e altri da grandi, ognuno ha i proprio gusti, per scoprirli bisogna dare modo di testarsi, assaggiare è sempre un’ottima regola, riempite di colori il loro palato. Iniziate a farlo voi.

F.